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domenica 2 giugno 2013

RICINUS

Se non è una bella pianta, è decisamente una pianta interessante, che attrae l'attenzione, per il suo portamento, per le sue grandi foglie di un verde bronzeo e, soprattutto, per le sue infiorescenze di un rosso intenso dove i fiori femminili (in alto) sono separati da quelli maschili (in basso).


Si tratta del Ricino: dell'immagine di un bell'esemplare di Ricinus communis.
Giustamente "communis" perché si trova un po' dappertutto, diffusissimo nelle aree del bacino mediterraneo allo stato spontaneo e, anche, massicciamente coltivato per i suoi semi in India, Cina e Brasile.
Di questi, se ne producono (India in testa) più di un milione di tonnellate all'anno.
Per estrarne, rigorosamente tramite spremitura a freddo, l'olio appunto di ricino, ritenuto prezioso come lubrificante e, anche, indispensabile componente di prodotti cosmetici da inserire nei preparati antirughe dato il suo forte potere idratante. Se per esempio vi è capitato, al passaggio di qualche moto potente, di sentire un odore insolito è quasi certamente per l'aggiunta di olio di ricino al sistema di lubrificazione del motore. Se nei componenti di prodotti cosmetici leggete che c'è il ricino è adesso possibile sapere il perché.
Durante il ventennio fascista si costringevano gli avversari politici a bere l'olio di ricino a bicchieri. La sua azione, in questo caso, è quella di un purgante energico, ma è anche talmente disgustoso che, il doverlo bere, equivale (è il risultato che si voleva ottenere) a una vera tortura.
Tuttavia, in questi giorni il Ricino è stato chiamato in causa per altre ragioni: e precisamente per degli attentati alla vita di Obama, di alcuni membri del Senato americano e del sindaco di New York, Bloomberg.
Com'è possibile? E' possibile perché dai semi di ricino, una volta spremuto l'olio, si può estrarre la ricina, una proteina estremamente velenosa che, una volta cristallizzata, può essere polverizzata.
In pratica sulle lettere indirizzate a Obama era stata sparsa ricina polverizzata.. e gli sarebbe stato sufficiente respirarne un po' per morire.
Un po'? Quantità irrisorie, perché il veleno è potentissimo e perché alla sua azione non esiste antidoto.
Bisogna ammettere che le piante possono essere veramente attive!!
Ce ne sono altre, oltre al ricino, che producono veleni potentissimi come ad esempio la pianta del fagiolo precatory (Abrus precatorius) e, in generale, bisogna dire che i veleni di origine vegetale sono tantissimi.
Tornando al Ricino, se ne parlò pubblicamente per certi fatti di cronaca nel 1978 quando, con un meccanismo pneumatico, camuffato in un ombrello che poteva sparare piccole schegge di legno, sul ponte di Waterloo a Londra, fu ucciso lo scrittore bulgaro dissidente Georgi Markov. Naturalmente la minuscola scheggia di legno con cui fu ucciso quasi senza lasciare traccia era intrisa di ricina.
Oggi, data la massiccia diffusione mondiale del ricino, si teme per un uso terroristico del suo veleno.
Intanto sul piano medico, come accade per tanti altri veleni, si stanno sfruttando alcune caratteristiche della ricina per colpire ed uccidere  elettivamente le cellule tumorali.
Si aprono alcune questioni di ordine generale.
La prima: perchè le piante fabbricano veleni?
La seconda:cos'è, in particolare, che fa della ricina un'arma tanto letale?
La terza: anche se lo si è sottaciutola storia umana, quella politica in particolare, è sempre stata anche la storia della conquista del potere tramite l'uso dei veleni. L'arte di avvelenare l'avversario, scomodo perché sa o ingombrante perché se ne sta al potere, ha raggiunto fin dall'antichità livelli veramente sofisticati. I potenti si sono circondati di assaggiatori. Ma non è bastato. La lotta per il potere, e quindi per il potere di fare la storia, ha continuato ad essere anche e sempre una storia di veleni.


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