Com'è grande il mare! E com'è antico il mare!
Certo è che tutte le piante terricole (dico terricole e non terrestri perché terrestri lo sono anche quelle marine) sono piante marine trasformate. Per la precisione alghe che sono riuscite a sopravvivere fuori dall'acqua salata.
Nell'acqua le alghe non hanno bisogno di sostegno e non devono procurarsi acqua e sali minerali perché ci vivono immerse. Gli basta ancorarsi, fluttuare con le onde o resistergli e assorbire da tutta la loro superficie.
Alle loro discendenti terricole serve invece il sostegno legnoso, un apparato drenante per succhiare acqua dal terreno e restarvi solidamente impiantate, un'impermealizzazione di contorno per non disperderla, un sistema di vasi conduttori per portare acqua dalle radici alle foglie e zuccheri e altre sostanze elaborate dalle foglie alle radici.
Gli specialisti di botanica vi dimostrerebbero nei dettagli come l'anatomia delle piante terricole si sia edificata sulla base dell'anatomia delle piante marine.
Le nostre piante, quelle che ci circondano, sono letteralmente delle stupende alghe nel vento.
E il mare sono riuscite a portarselo dentro. A riformarselo dentro. Nelle concentrazioni saline dei loro liquidi interni. Come noi del resto.
La storia è un seguito ininterrotto di trasformazioni, ma lungo un filo che non può né interrompersi né contraddirsi.
Miliardi di anni fa le prime cellule si sono formate chimicamente nel mare.
Per miliardi di anni hanno continuato ad evolversi nel mare e hanno imposto a tutte le cellule di tutti gli esseri di questo pianeta di continuare a essere circondate dal mare.
Non a caso anche il sangue umano ha quella stessa identica concentrazione salina.
E questo è il vero "mare nostrum".
Quali esseri terricoli, attuali e transitori, noi umani dovremmo cominciare a vederci per quello che siamo.
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domenica 25 agosto 2013
lunedì 19 agosto 2013
DEBITORI INSOLVENTI
Debitori insolventi non paghiamo il nostro debito esistenziale con le piante.
Anzi, accecati dai nostri miti e quindi forti nell'arte del saccheggio, stiamo tagliando dalla parte del tronco il ramo su cui siamo seduti.
L'evoluzione della nostra "famiglia" è avvenuta nelle foreste fra i rami degli alberi, ma poi, anche le erbe hanno giocato per noi un ruolo non meno essenziale.
L'adattamento alla savana ha infatti portato i nostri predecessori diretti alla stazione eretta.
E' dalla conquista di questa particolare postura imposta dall'ambiente (basata anzitutto sulle modifiche del piede e del bacino) -e solo da tale conquista- che ha potuto avere inizio la nostra storia speciale.
Molto più tardi, le piante erbacee sono state ancora una volta alla base di un'altra nostra rivoluzione, questa volta economica.
La scoperta della loro coltivabilità, infatti, insieme alla diffusione delle pratiche che vi sono connesse, hanno consentito la nascita dell'agricoltura e quindi la formazione di quei surplus alimentari su cui si è fondata la crescita numerica della nostra specie insieme alla formazione di tutti quegli aggregati che chiamiamo urbani.
Anzi, accecati dai nostri miti e quindi forti nell'arte del saccheggio, stiamo tagliando dalla parte del tronco il ramo su cui siamo seduti.
L'evoluzione della nostra "famiglia" è avvenuta nelle foreste fra i rami degli alberi, ma poi, anche le erbe hanno giocato per noi un ruolo non meno essenziale.
L'adattamento alla savana ha infatti portato i nostri predecessori diretti alla stazione eretta.
E' dalla conquista di questa particolare postura imposta dall'ambiente (basata anzitutto sulle modifiche del piede e del bacino) -e solo da tale conquista- che ha potuto avere inizio la nostra storia speciale.
Molto più tardi, le piante erbacee sono state ancora una volta alla base di un'altra nostra rivoluzione, questa volta economica.
La scoperta della loro coltivabilità, infatti, insieme alla diffusione delle pratiche che vi sono connesse, hanno consentito la nascita dell'agricoltura e quindi la formazione di quei surplus alimentari su cui si è fondata la crescita numerica della nostra specie insieme alla formazione di tutti quegli aggregati che chiamiamo urbani.
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