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domenica 15 giugno 2014

UN MONDO CICLICO FATTO DI CICLI

Si dice che l'idea di ciclo sia un'idea portante.
Così si dice perché, una volta che si è capita l'idea, consente di metterci sopra, ordinandole, tantissime altre idee meno portanti. E dunque logicamente meno importanti.
In effetti, persino l'Universo in cui esistiamo è molto probabilmente ciclico: coinvolto in una serie non si sa quanto lunga di contrazioni e di espansioni.
Un ciclo è un processo che si ripete.
Come la rotazione della Terra. Come il fatto che gli esseri viventi nascono, crescono, si riproducono, muoiono come individui e il ciclo riprende.
A proposito di cicli vitali è chiaro che questi riguardano anche le piante.
Direi soprattutto le piante quando si pensa che almeno il 97% della massa degli esseri viventi di questo pianeta è costituito da piante.
Il grande ciclo che si è installato sulla Terra è quello che collega i cosiddetti Produttori (cioè le piante) ai Consumatori ( cioè agli animali e quindi anche a noi) ed entrambi questi due ai Decompositori.
Insomma la vita si compone a partire dalla non-vita (rocce sciolte in acqua, acqua, gas dell'aria) Ma poi deve decomporsi per poter permettere - sfruttando sempre la luce del Sole (o sarebbe più corretto dire il Sole come luce)- alla nuova vita di trovare i materiali per ricomporsi.
Non appena ci si pensa ci si rende conto che dappertutto i processi si organizzano in cicli. Da quelli minori, come ad esempio i nostri cicli sonno-veglia a quelli maggiori, come ad esempio il ciclo dell'acqua (che coinvolge l'evaporazione degli oceani, le precipitazioni continentali con l'erosione, il trasporto dei fiumi e di nuovo l'evaporazione degli oceani..), il ciclo dell'Azoto, del Carbonio ecc..
Tuttavia anche nei cicli non sempre tutto scorre come dovrebbe.
Per esempio, molti milioni di anni fa, immense masse vegetali si sono formate ma non si sono decomposte. Il ciclo ha funzionato solo in parte, poi si è bloccato.
Siamo noi da qualche secolo che lo abbiamo riaperto.


Per soddisfare i bisogni crescenti delle nostre Economie, e alla nostra maniera.
Mi riferisco ai giacimenti di carbone, di petrolio e di gas su cui si è basato e si basa lo sviluppo economico delle nostre società.
E' importante vedere tutto questo sommovimento come basato su di un grande ciclo bloccato.
Quella enorme massa  di piante morte invece di fossilizzarsi, e cioè in un certo senso congelarsi, avrebbe dovuto decomporsi per consentire a tanta nuova vita vegetale di comporsi, mantenendo in questo modo il ciclo in equilibrio.
Invece, stiamo finendo di decomporla noi adesso..... bruciandola.
Con delle conseguenze gravi sull'Atmosfera che respiriamo e sul clima che subiamo. E' un fatto: il nostro inarrestabile incremento demografico avviene al posto della prevista rigenerazione di Produttori; è la prolificazione di una massa sempre più grande e vorace di Consumatori che, per lo più, oltre a essere inconsapevoli di quello che provocano sono anche incoscienti di quello che sono.


venerdì 13 giugno 2014

TENSIONE E IPERTENSIONE

La storiella è sempre significativa: invece di offrire un po' di pesce a chi si deve sfamare bisognerebbe dargli la possibilità di pescare.
Analogamente, se uno è teso e iperteso ovvero se è in uno stato di accentuata tensione nervosa e di alta pressione arteriosa cosa ci sarebbe da fare? Non vendergli da subito dei farmaci per calmarlo e per ridurgli la pressione ma insegnargli a raccogliere il biancospino.
Ricapitoliamo. Fuori dai centri urbani le piante di Biancospino sono piuttosto diffuse. Si tratta di arbusti spinosi ben ramificati che, in quanto resistenti alla siccità e capaci di formare siepi impenetrabili, sono stati usati per secoli per delimitare i confini. In primavera si riempiono di bei fiori bianchi che impregnano l'aria di un intenso, gradevole profumo e che, una volta fecondati dagli insetti, lasciano il posto a un esercito altrettanto numeroso di piccoli rossi frutti (detti falsi frutti, come del resto tutti i pomi, per via di sottili ragioni botaniche)
 
Bene, è provato che le sostanze che le piante di biancospino contengono (composti quali l'iperoside e la vitexina, l'acido ursolico oltre a varie ammine e steroli) hanno un'azione dilatatrice dei vasi sanguigni coronarici e addominali. Insomma fanno calare la pressione. Non solo, riescono a far risparmiare ossigeno al muscolo cardiaco, producendo quello che si chiama effetto inotropo positivo che, detto in modo da farsi capire, vuol dire che il cuore pompa meno volte al minuto ma pompa più forte e più sangue. 
Questa è la ragione per la quale il biancospino risulta utile per curare certe forme di aritmia. C'è poi un suo effetto sedativo -e quindi ansiolitico- sul Sistema nervoso centrale che lo rende utile anche nel trattamento dei casi di insonnia.
Tutto questo va bene. Ma, ammesso di saper individuare un Biancospino, quando e cosa bisogna raccogliere?
Le sostanze attive sono nelle foglie, nei fiori e nei frutti. Il momento migliore per la raccolta dei fiori e delle foglie è quando i fiori sono appena sbocciati, ancora non del tutto aperti. In quel momento le foglie sono di un bel verde chiaro e tenere.
Adesso conviene rivolgersi ai frutti.
Se non si vuol ricorrere alle tinture madri, che comportano l'uso della pianta fresca, dell'alcol, della macerazione, della spremitura e della filtrazione, basta farci delle tisane. Ovviamente si raccoglie in quantità, si fa seccare il raccolto in un posto asciutto e all'ombra e si conserva il tutto in vasi di vetro chiusi e tenuti al buio. Bisognerebbe abituarsi, per tenere sotto controllo la pressione, a bere un buon mezzo litro, a sorsi, durante il giorno di infuso di biancospino. Tutti i giorni, come tutti i giorni bisognerebbe fare un po' di moto, quel tanto da arrivare a far aumentare la frequenza cardiaca e a sudare.
Non troppo tempo fa le foglie tenere dei biancospini venivano adoperare come sostituti del te e fumate al posto del tabacco mentre con i semi macinati si faceva il caffè.
Il gusto degli infusi di biancospino è gradevole. 
Se si vuole accentuare l'effetto che questi possono avere sulla pressione arteriosa sarebbe utile aggiungervi delle foglie tenere di ulivo (Anche in questo periodo si possono prendere dai getti che gli alberi fanno alla loro base e che i toscani chiamano ricacci). Le foglie  di ulivo sono molto amare ma, a questo punto, basta dolcificare il tutto, con un po' di miele.
E' meglio poter pescare in acque pulite che dover mangiare del pesce su ordinazione di cui non si conosce la provenienza e non si conoscono gli effetti sul lungo periodo.