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venerdì 13 giugno 2014

TENSIONE E IPERTENSIONE

La storiella è sempre significativa: invece di offrire un po' di pesce a chi si deve sfamare bisognerebbe dargli la possibilità di pescare.
Analogamente, se uno è teso e iperteso ovvero se è in uno stato di accentuata tensione nervosa e di alta pressione arteriosa cosa ci sarebbe da fare? Non vendergli da subito dei farmaci per calmarlo e per ridurgli la pressione ma insegnargli a raccogliere il biancospino.
Ricapitoliamo. Fuori dai centri urbani le piante di Biancospino sono piuttosto diffuse. Si tratta di arbusti spinosi ben ramificati che, in quanto resistenti alla siccità e capaci di formare siepi impenetrabili, sono stati usati per secoli per delimitare i confini. In primavera si riempiono di bei fiori bianchi che impregnano l'aria di un intenso, gradevole profumo e che, una volta fecondati dagli insetti, lasciano il posto a un esercito altrettanto numeroso di piccoli rossi frutti (detti falsi frutti, come del resto tutti i pomi, per via di sottili ragioni botaniche)
 
Bene, è provato che le sostanze che le piante di biancospino contengono (composti quali l'iperoside e la vitexina, l'acido ursolico oltre a varie ammine e steroli) hanno un'azione dilatatrice dei vasi sanguigni coronarici e addominali. Insomma fanno calare la pressione. Non solo, riescono a far risparmiare ossigeno al muscolo cardiaco, producendo quello che si chiama effetto inotropo positivo che, detto in modo da farsi capire, vuol dire che il cuore pompa meno volte al minuto ma pompa più forte e più sangue. 
Questa è la ragione per la quale il biancospino risulta utile per curare certe forme di aritmia. C'è poi un suo effetto sedativo -e quindi ansiolitico- sul Sistema nervoso centrale che lo rende utile anche nel trattamento dei casi di insonnia.
Tutto questo va bene. Ma, ammesso di saper individuare un Biancospino, quando e cosa bisogna raccogliere?
Le sostanze attive sono nelle foglie, nei fiori e nei frutti. Il momento migliore per la raccolta dei fiori e delle foglie è quando i fiori sono appena sbocciati, ancora non del tutto aperti. In quel momento le foglie sono di un bel verde chiaro e tenere.
Adesso conviene rivolgersi ai frutti.
Se non si vuol ricorrere alle tinture madri, che comportano l'uso della pianta fresca, dell'alcol, della macerazione, della spremitura e della filtrazione, basta farci delle tisane. Ovviamente si raccoglie in quantità, si fa seccare il raccolto in un posto asciutto e all'ombra e si conserva il tutto in vasi di vetro chiusi e tenuti al buio. Bisognerebbe abituarsi, per tenere sotto controllo la pressione, a bere un buon mezzo litro, a sorsi, durante il giorno di infuso di biancospino. Tutti i giorni, come tutti i giorni bisognerebbe fare un po' di moto, quel tanto da arrivare a far aumentare la frequenza cardiaca e a sudare.
Non troppo tempo fa le foglie tenere dei biancospini venivano adoperare come sostituti del te e fumate al posto del tabacco mentre con i semi macinati si faceva il caffè.
Il gusto degli infusi di biancospino è gradevole. 
Se si vuole accentuare l'effetto che questi possono avere sulla pressione arteriosa sarebbe utile aggiungervi delle foglie tenere di ulivo (Anche in questo periodo si possono prendere dai getti che gli alberi fanno alla loro base e che i toscani chiamano ricacci). Le foglie  di ulivo sono molto amare ma, a questo punto, basta dolcificare il tutto, con un po' di miele.
E' meglio poter pescare in acque pulite che dover mangiare del pesce su ordinazione di cui non si conosce la provenienza e non si conoscono gli effetti sul lungo periodo.


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