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martedì 1 aprile 2014

PRIMULE

Il nome del genere, "Primus", si ispira alla precocità delle specie di Primule selvatiche che fioriscono formando tante macchie di un bel giallo brillante nelle zone umide dei prati e sui bordi delle strade collinari non appena la neve si scioglie.
Di sicuro da noi annunciano la rinascita, ossia la ripresa vegetativa di tutto il mondo vegetale dopo i rigori dell'inverno. E il loro ciclo di rilancio è anche il nostro, perlomeno quello che è inscritto nei ritmi biologici.
Primula vulgaris, Primula veris, ..farinosa, elatior,...., auricola, microdonta...e tantissime altre, alcune delle quali raggiungono il metro d'altezza, sono le specie del gruppo distribuite in tutto il pianeta.
Dunque, tanto per non fare eccezione, anche il mondo delle primule è quantomai vasto.
Due specie in particolare sono qui da noi abbondanti e immediatamente interessanti.
Una è la Primula veris.
Come altre primule produce sostanze affini all'acido salicilico e pertanto le tisane dei suoi fiori o anche le insalate di fiori e foglie hanno indicazioni simili a quelle dell'aspirina, leggermente analgesiche e antinfiammatorie.
Poco noto è il fatto che, sempre con i suoi fiori, peraltro sedativi, si produceva un vino ad alta gradazione alcolica.
Evidentemente c'è in loro molto nettare e quindi possono essere fatti fermentare con profitto....resta solo da chiedersi, in una sorta di ricerca del tempo perduto, come si fa a non essere curiosi di tornare ad assaggiare una simile bevanda! 
Le radici, aromatiche, sono espettoranti e vengono usate per ridurre spasmi e gonfiori.
La Primula vulgaris è fra tutte la più diffusa.

Ha proprietà simili a quelle della veris.
Le sue foglie più tenere e i suoi fiori, conditi con olio, sale e limone consentono di gustare qualcosa di eccellente e di salutare.
Nota importante: il succo delle foglie serve per eliminare le macchie cutanee con grande vantaggio estetico sia per le signore che per i signori.
Anche il rizoma della vulgaris è deliziosamente aromatico.
Il principio è sempre quello di provare e poi credere o, anche, di credere salvo poi provare..per sapere se aveva senso credere..




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