Si trova giusto di questi tempi soprattutto lungo le siepi a ridosso dei corsi d'acqua. Non è difficile distinguerlo, vederlo emergere dai rovi o competere con altri rampicanti, come per esempio le Vitalbe, per raggiungere le maggiori altezze.
Le sue foglie hanno la forma inconfondibile che si vede in foto, sono dentellate ai margini e sono crespe. Come del resto è rugoso il fusto. Si usano solo le cime. Perché sono tenere e particolarmente succose. Quando se n'è raccolto un bel mazzo, si lavano e si lessano per 5-10 minuti e poi, dopo averle scolate, si salano, vi si spreme sopra del limone (non aceto!) che scioglie il sale e infine si aggiunge l'olio (che deve essere ottimo se no guasta tutto). E' difficile immaginare quanto sia delicatamente gustoso il piatto così ottenuto. E poi fa bene.
Il Luppolo (Humulus lupulus) è noto per il suo utilizzo indispensabile nella fabbricazione della birra. Le sue coltivazioni colpiscono l'occhio perchè si presentano come lungi e ordinati filari verdi alti anche fino a sei metri. Per la birra si usano le infiorescenze femminili mature
Queste aromatizzano, chiarificano e conservano la birra.
E' impressionante il profumo che viene sparso nell'aria quando vengono triturate.
Certo è che, fra le molte altre sostanze, contengono estrogeni. Fitoestrogeni per la precisione.
Questi fito-ormoni femminili aumentano la produzione di latte nelle donne e, pare, risultino essere afrodisiaci per gli uomini.
Il loro infuso è un tonico per il sistema nervoso e un rilassante muscolare.
I coltivatori di luppolo usavano e forse usano ancora riempire i cuscini di infiorescenze di luppolo per assicurarsi sonni rilassati e tranquilli. Sembra assodato che in più casi le lavoratrici del luppolo potessero avere anche due cicli mestruali per mese.
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