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giovedì 23 maggio 2013

LUPPOLO

E' stimolante procurarsi un piatto di una squisitezza ormai insolita. Si può fare con il Luppolo.
Si trova giusto di questi tempi soprattutto lungo le siepi a ridosso dei corsi d'acqua. Non è difficile distinguerlo, vederlo emergere dai rovi o competere con altri rampicanti, come per esempio le Vitalbe, per raggiungere le maggiori altezze.
Le sue foglie hanno la forma inconfondibile che si vede in foto, sono dentellate ai margini e sono crespe. Come del resto è rugoso il fusto. Si usano solo le cime. Perché sono tenere e particolarmente succose. Quando se n'è raccolto un bel mazzo, si lavano e si lessano per 5-10 minuti e poi, dopo averle scolate, si salano, vi si spreme sopra del limone (non aceto!) che scioglie il sale e infine si aggiunge l'olio (che deve essere ottimo se no guasta tutto). E' difficile immaginare quanto sia delicatamente gustoso il piatto così ottenuto. E poi fa bene.
Il Luppolo (Humulus lupulus) è noto per il suo utilizzo indispensabile nella fabbricazione della birra. Le sue coltivazioni colpiscono l'occhio perchè si presentano come lungi e ordinati filari verdi alti anche fino a sei metri. Per la birra si usano le infiorescenze femminili mature
Queste aromatizzano, chiarificano e conservano la birra.
E' impressionante il profumo che viene sparso nell'aria quando vengono triturate.
Certo è che, fra le molte altre sostanze, contengono estrogeni. Fitoestrogeni per la precisione.
Questi fito-ormoni femminili aumentano la produzione di latte nelle donne e, pare, risultino essere afrodisiaci per gli uomini.
Il loro infuso è un tonico per il sistema nervoso e un rilassante muscolare.
I coltivatori di luppolo usavano e forse usano ancora riempire i cuscini di infiorescenze di luppolo per assicurarsi sonni rilassati e tranquilli. Sembra assodato che in più casi le lavoratrici del luppolo potessero avere anche due cicli mestruali per mese.


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