Sono immagini di un individuo della specie Syringa vulgaris. Insomma del comune Lillà.
Vuole riprodursi. E, per farlo, fiorisce adesso. Anche se i suoi fiori non profumano per noi ma per gli insetti che gli fanno da vettori sessuali, ne percepiamo lo stesso il profumo come intenso, pieno, dolce e inconfondibile. Inebriante. Forse per questo motivo il Lillà è stato utilizzato per simboleggiare la prima emozione in amore. Dalle sue appariscenti spighe si estrae infatti un profumo da lungo tempo commercializzato. In passato i suoi fiori si usavano per ridurre la febbre e ancora oggi, in certe regioni della Russia, si adoperano per farci un oleolito con cui trattare i dolori articolari. I francesi preferiscono consigliarne l'uso delle foglie. Cinque-sei foglie in una tazza d'acqua bollente in infusione dieci minuti come febbrifugo. Anche per l'oleolito ricorrono alle foglie. Due manciate di foglie fresche in mezzo litro di olio di oliva dentro un vaso trasparente lasciate macerare per una ventina di giorni al sole. I francesi le foglie, i russi i fiori. In ogni caso l'oleolito ottenuto, antinevralgico, si può usare per massaggiare le parti dolenti.
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